"Segni di fondo"_installation site-specific_Spazio2 Zucchelli_Bologna_Artcity 2016
Federico Aprile e Esmeraldo Baha
It is inevitable to compare the nature of man with the dynamics of universal nature; is inevitable also to try to explain the nature of man without shedding light on his limits and
impossibilities. One of the possibilities of humanity is the power of rebellion towards all forms of physical drowsiness, which corresponds, in general, to pour confidence in the gesture, in the
act even before the thought. So the sign manifests itself in the light of an event, an extension of the body that cannot avoid to accept new compositions of thought.
"Dissipatio Humani Generis"_installazione site-specific_Galleria Spazio Zucchelli_Bologna_2015
Ora una scultura: il volto di mia nonna. Un televisore: il mezzo che mia nonna ha visto nascere e quel mezzo dal quale oggi dipende; il televisore è la sua passeggiata quotidiana.
Un dialogo silenzioso quello tra scultura e televisione. Un ricordo?
Dal particolare al generale.
"[...] Abbiamo ridotto la realtà universa all'uomo, non escluso il dato scientifico. Ora l'uomo sembra scomparso, ma il pan-umanismo no [...]
Il motore dell'automobile che riprende a girare: la dissipatio H.G. che non impedisce a un carburatore di regolare la carburazione. " "Giudizio finale: a che scopo? Il nostro secolo lo ha preceduto." Guido Morselli
"L'esperienza muta"_installazione site-specific_6x2m_Musei Civici di Reggio Emilia_2015
Che cosa accomuna la “Venere di Chiozza” agli animali conservati nelle teche espositive del museo archeologico di Reggio Emilia?
Noi persone cresciute a cavallo tra il secolo breve e il nuovo millennio,
siamo testimoni partecipi della nuova etica: l’etica della conoscenza.
Si crede semplicemente che l’uomo d’oggi abbia ormai superato la falsità dei modelli animistici; io credo che non sia mai cambiato nulla.
La Venere di Chiozza al fianco degli animali imbalsamati conservati nelle teche:
oggetti lontani tra loro, che possiedono differenti qualità; ciò che gli accomuna è la volontà umana iniziatica che ha donato loro forma e immortalitá: l'Esperienza Muta, silenziosa, che venera in ugual misura la conoscenza mistica e quella scientifica.
"ALQANTARA"_installazione site-specific_opera facente parte del progetto INCONTEXT Bologna_PONTE DI VIA LIBIA_2014/2015
L'opera è frutto di una ricerca all’interno del quartiere Cirenaica di Bologna; lo scopo era quello di interagire con un gruppo eterogeneo di persone, perlopiù
residenti, o gente cresciuta nel quartiere, così da poter analizzare il modo in cui un luogo condiziona, o per meglio dire, suggestiona, l'uomo che lo abita. Altro scopo importante era quello di
delineare un carattere principale della Cirenaica attraverso le forme, i ricordi ed i colori tratti dai racconti dei residenti che si sarebbero resi disponibili a questo scambio. Così abbiamo
iniziato il lavoro di raccolta del materiale “grezzo” da loro fornitoci (disegni, foto, racconti, aneddoti). Casa per casa abbiamo chiesto alle persone di disegnare su un foglio la mappa del
quartiere usando un colore che lo rappresentasse; l'atto di "mappare" il territorio che quotidianamente vivono, oltre a suscitare, nella maggior parte, quel timore iniziale, a reso possibile
evidenziare le zone più o meno interiorizzate e di conseguenza i "non luoghi" che spesso si sono dimostrati luoghi di transito o luoghi non più esistenti per le nuove generazioni. Ecco la
memoria, giovani hanno visto le mappe di anziani e luoghi ormai scomparsi, viceversa la generazione più adulta ha avuto modo di aprire lo sguardo su spazi importanti di aggregazione per le nuove
generazioni.
Successivamente abbiamo prestato attenzione alle immagini che ognuno, nel descrivere luoghi cari, intimi, evocava; questo ci ha portato a scoprire in che modo la
struttura e la storia di un luogo influenzi la percezione dello stesso; ad esempio l'identità partigiana che caratterizzò per lungo tempo la Cirenaica, la quale ospitò per diverse settimane il
comando regionale dei partigiani per la seconda guerra mondiale e che nel retrobottega di un panificio proteggeva una tipografia clandestina della resistenza, si è riversata nel codice
cromatico generale, facendo si che il colore più volte associato al quartiere fosse il rosso.
I dati e i materiali raccolti sono stati parte integrante dell'installazione, le mappe disegnate dai residenti sono diventate una sorta di grande mosaico nonché
parte centrale dell'opera, abbiamo sezionato le video-interviste e desunto da queste precise scene, queste sono state private dell'audio fino ad ottenere un cut-up silenzioso, dedicato a
movimenti ed espressioni del viso significative; questo video era possibile osservarlo solamente guardando all'interno di un periscopio che abbiamo giocosamente fatto emergere da un lavandino in
disuso. Infine al centro dello spazio un light-box sulla cui sommità un plexiglas rappresentante la mappa del quartiere, questo illuminava il luogo.
Precise analogie e importanti differenze, desideri, polemiche e sentimenti di cura verso il quartiere, sono state le fondamenta per la realizzazione dell'opera, in
questo
ALQANTARA si è rivelato il ponte che ha permesso il contatto tra nuova e vecchia generazione, un contatto di immaginazioni, percezioni, ricordi ed
obbiettivi.
"Not everything change"_installazione_2014
The Painting eliminates the time.
While the world moves the technology is moving.
The knowledge is change.
Some objects are substituted for other objects passed; one thing that remains is
painting.
Here i present a palette created with a motherboard; the motherboard is the woods of a
hundred years ago.
Everything changes; everything is lost except the art.